Doha, una breve fermata

Una giornata a Doha, non può lasciar nessuna immagine definitiva del luogo attraversato, ma certamente alcune sensazioni e alcune valutazioni posso essere fatte.

Siamo arrivati di notte, a causa di un guasto tecnico dell’aereo che ci doveva portare in India. Al nostro arrivo nessuna assistenza della compagnia aerea ci ha accolto, quindi dopo aver preso le carte per l’hotel che ci spettava di diritto per passare la notte qui, abbiamo cercato di recuperare le nostre valige, senza successo, ci hanno detto che le troveremo a destinazione. due passi ancora e mi hanno sequestrato le bottiglie di grappa e averna che portavo in dono per un amico che ci attende in India. Anche queste dovrebbero ridarmele domani prima di ripartire.

L’hotel che ci ospita Swiss-belhotel Doha credo che abbia qualche anno più di me e come lo hanno costruito era qui che ci aspettava, moquette in camere e corridoi e carta da parati ai muri, stanza al quattordicesimo piano con un piccola vista su una rotonda, che comunque a Blu è piaciuta.

Piccolo giro tra negozi, strade, moschee e mercato, molti lavoratori filippini e indiani, molto sfarzo tipico di questa parte del mondo misto a degrado di un paese che non se la passa molto bene. Il paradosso è costante, la sensazione è che nulla è come sembra. In generale è tutto molto economico e appare sicuro, poi parte il Muezzin, e capisco che di base la sicurezza di questo luogo è stata barattata con la libertà in generale, mettendo da parte diritti umani, e tanto altro che non è questo luogo di analisi. Noi ora chiudiamo i nostri bagagli a mano e ripartiamo per proseguire il nostro viaggio, l’India ci aspetta e noi non vediamo l’ora di arrivare.